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enografia europea
Le carte enografiche sono tratte dal sito © www.academiadovinho.com.br

 ENOGRAFIA EUROPEA
FRANCIA
PORTOGALLO
SPAGNA
GERMANIA
AUSTRIA
UNGHERIA

 ENOGRAFIA EXTRAEUROPEA

      In Europa non si produce ovunque, ci sono delle latitudini dove la vite non può fruttificare, dei paesi che sono rimasti molto arretrati dal punto di vista delle tecniche produttive ed altri paesi che invece si sono risvegliati e stanno spingendo avanti il continente sulla strada della qualità.

      La vite in Europa nasce in Grecia, la prima nazione ad essere interessata da questa coltivazione ma che attualmente è restata un po' al palo. Questa arretratezza dei produttori contrasta con la storia e le tradizioni di questo paese, poiché questa è la patria dei più importanti vitigni che negli altri paesi sono oggi definiti autoctoni.

PORTOGALLO

      Non esiste un vino portoghese bianco o rosso di alta qualità, soprattutto un vino che riesca ad affermarsi a livello internazionale. I vari Lancer's e Mateus sono stati delle grosse e riuscite iniziative commerciali, ma in realtà all'interno della bottiglia c'è solamente un vino frizzantino che possiamo bere come aperitivo o al più sulla pizza.
      L'orgoglio dei lusitani è invece il Porto, che nella sua tipologia viene considerato uno dei più grandi vini del mondo.



      Altra produzione di fama è costituita dal MADEIRA. Il nome Madeira deriva dall'omonima isola a largo delle coste portoghesi. La produzione è analoga a quella del Porto con la differenza che il vino è sottoposto ad oscillazioni termiche fino ai 50°C mediante stufe (estufas). Questa fase della lavorazione ha origine dai viaggi eseguiti nei secoli scorsi durante i quali le navi cariche di vino portoghese facevano rotta per le Americhe attraversando anche la linea equatoriale e sottoponendo il carico ad oscillazioni termiche che al momento erano indesiderate ma che conferivano al vino caratteristiche di pregio.
      Per vini Madeira con invecchiamento superiore ai 10 anni è proibito il metodo soleras, cioè delle botti "a caduta" (cfr. Marsala e Sherry). Il miglior Madeira è millesimato.
       In ordine crescente di qualità si ha questa classificazione:
  • SERCIAL
  • VERDELHO
  • BUAL (meno dolce, fumé)
  • MALMSEY (dolce, ambra scuro)
I vini di Madeira centenari in bottiglia
© http://www.gazzettadiparma.it
Autunno: i colori virano sul dorato e sull’ambrato. I colori del Madeira. Una storia che inizia nel 1420 quando il capitano portoghese João Gonçalves Zarco, al servizio di Enrico il Navigatore principe del Portogallo, approdò su un’isola a 600 km di distanza dalle coste marocchine ricoperta da foreste, battezzandola appunto Madeira che in portoghese significa legname, bosco. Dopo aver esplorato le lussureggianti montagne dell’isola completamente disabitate, Zarco piantò canna da zucchero e Malvasia, un vitigno originario dell’isola di Creta che in seguito prese il nome inglese di Malmsey. Dopo la scoperta dell’America, il porto di Madeira divenne sosta di rifornimento per i velieri che solcavano l’Atlantico e permisero al vino di acquisire grande importanza in tutto il mondo. In breve tempo, divenne uno dei vini più richiesti, tanto da essere scelto per il brindisi alla Dichiarazione D’Indipendenza d’America dal Presidente Thomas Jefferson. Nel 1750 i commercianti inglesi cominciarono a spedire botti di vino fortificato con il Brandy nei paesi tropicali come l’India per farlo maturare, durante la navigazione il grande calore che subivano le botti nelle stive conferivano al vino un piacevolissimo sapore di bruciato.

QUATTRO DIVERSE TIPOLOGIE PER UN VINO DAL SAPORE UNICO
Dal secco al dolce
Sono quattro le tipologie di Madeira: il Boal o Bual, semidolce, prodotto da una varietà rara dalle piccole foglie sottili coltivata a Sud dell’Isola: colore carico, aroma di frutta secca, caramello e note agrumate. Il Sercial, secco quasi dry coltivato nella parte settentrionale con clima più freddo: un vino raro che sprigiona sentori raffinati, estremamente eleganti. Il Malmsey, da uve malvasia, dalla forte concentrazione zuccherina con alta carica di acidità, corposo, profumato, liquoroso, molto apprezzato dagli anglosassoni. Il Verdelho, demi-sec diffuso nella parte settentrionale, matura precocemente, dal colore dorato, delicatamente dolce, con una fine acidità, dagli aromi fumé e un retrogusto secco e asciutto.
Tra le tipologie di invecchiamento si parte dal 3 anni, passando per il 5, il 10 fino ad arrivare al 15 anni. Poi gli straordinari Vintage.
Quanto alle denominazioni abbiamo: il Frasqueira (Garrafeira) o Vintage: 85% da una sola vendemmia di un unico vitigno raccomandato. Minimo 20 anni di botte e 2 di bottiglia. Deve avere data di vendemmia e d’imbottigliamento. Il Colheita: 85% da una sola vendemmia di un solo vitigno raccomandato. Invecchiamento minimo 5 anni. Deve avere data di vendemmia e d’imbottigliamento. Il Solera: minimo 5 anni in botti che seguono il metodo solera: ogni anni si preleva al più un decimo del contenuto della botte aggiungendo un vino più giovane di uguale qualità.
Tale procedimento si può ripetere fino a 10 volte. Poi c’è l’obbligo di imbottigliare il contenuto della botte. L’annata indicata sulla bottiglia è quella di vendemmia, ossia del vino iniziale, che però è ormai un decimo del contenuto.
Oggi a Madeira ci sono circa 1000 coltivatori che vendono le uve a sette soli esportatori: Vinhos Barbeito, Madeira Wine Company, Henriques&Henriques; H.M.Borges, Perreira D’Oliveira; Justino Henriques Filhos, J.Faria & Filhos. Il fatto che non sia più un vino modaiolo offre poi la possibilità di gustare vini di cent’anni e più a prezzi tutto sommato accessibili.
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GERMANIA

       La Germania non si è mai data una legge ferrea né una classificazione importante, le produzioni di origine controllata nasceranno solo tra breve in osservanza delle disposizioni UE.

      A causa del clima che hanno alle loro latitudini non ci sono importanti produzioni di vino rosso, perché a quelle temperature i vitigni a bacca rossa vengono penalizzati. L'unica produzione di un certo rilievo avviene a sud su base PINOT NERO.

      Si fa del vino bianco secco, facile da bere e di basso grado alcolico perché con quel freddo diventa un'impresa concentrare gli zuccheri.

       Se vogliamo trovare una sorta di graduatoria per i vini tedeschi dobbiamo concentrarci sul grado alcolico ma soprattutto sul tenore zuccherino. Infatti un valore importante per la classificazione dei vini è la percentuale di zucchero contenuta nel mosto e misurata in gradi oechsle.

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       La legge tedesca prevede 4 livelli di qualità:
  • DEUTSCHER TAFELWEIN: vino da tavola intorno al 5% di alcol non soggetto a prove di qualità;
  • LANDWEIN: vino da tavola soggetto a requisiti lievemente più specifici sul tenore zuccherino. Va dal secco (trocken) all'amabile (halbtrocken);
  • QBA - QUALITÄTSWEIN BESTIMMTER ANBAUGEBEIETE: vasta categoria di vini considerati di qualità perché vengono indicate le regioni di origine ed i vitigni utilizzati;
  • QMP - QUALITÄTSWEIN MIT PRÄDIKAT: qualità massima, con vini ai quali non si può aggiungere zucchero.
    Si divide a sua volta in 5 categorie:
    1. KABINETT: sono vini secchi e aciduli, di largo consumo e si basano sui classici vitigni bianchi centroeuropei, GEWURZTRAMINER, PINOT BIANCO, RIESLING RENANO, MULLER-THURGAU;
    2. SPATLESE: cominciano ad essere vini dal grado alcolico leggermente più elevato, a volte secchi a volte abboccati;
    3. AUSLESE: sono vini ottenuti da uve selezionate;
    4. BEERENAUSLESE: vini ottenuti da uve selezionate e appassite; paragonabili ad alcuni nostri passiti anche se con grado alcolico minore;
    5. TROCKENBEERENAUSLESE: vini ottenuti da uve selezionate, appassite oppure muffate, una sorta di Sauternes tedeschi di produzione limitata su base RIESLING RENANO; molto costosi anche per la difficoltà della vendemmia che si esegue in inverno, col gelo notturno.

      A parte ci sono anche altre due tipologie:
  • EISWEIN: vini con tasso zuccherino elevato ottenuto con uve di RIESLING RENANO, congelate e raccolte tardivamente (a differenza dei Trockenbeerenauslese sono senza muffa nobile); il ghiaccio disidrata, concentra gli zuccheri e preserva i profumi primari dell'uva. E' la zona della MOSELLA, precisamente la MOSEL-SAAR-RUWER, quella in cui si producono autentici fuoriclasse nel genere;
  • SEKT: vini spumanti secchi prodotti con uve locali o importate; rifermentati sia in bottiglia che in cisterna.
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AUSTRIA

      L'Austria è molto simile alla Germania, oltre che per ragioni storico-culturali anche per l'impostazione delle aziende vinicole e le tipologie di vino.
      La differenza grossa con la Germania è data dall'impianto normativo perché in Austria c'è una legge che in modo molto rigoroso definisce quali sono le denominazioni di origine, i territori e i loro disciplinari di produzione.

      In ogni caso anche qui ritroviamo le stesse tipologie viste in Germania:
  • KABINETT: sono vini secchi e aciduli, di largo consumo e si basano sui classici vitigni bianchi centroeuropei, GEWURZTRAMINER, PINOT BIANCO, RIESLING RENANO, MULLER-THURGAU;
  • SPATLESE: cominciano ad essere vini dal grado alcolico leggermente più elevato, a volte secchi a volte abboccati;
  • AUSLESE: sono vini ottenuti da uve selezionate;
  • BEERENAUSLESE: vini ottenuti da uve selezionate e appassite; paragonabili ad alcuni nostri passiti anche se con grado alcolico minore;
  • TROCKENBEERENAUSLESE: vini ottenuti da uve selezionate, appassite oppure muffate, di produzione limitata su base GEWURZTRAMINER, PINOT BIANCO e RIESLING RENANO; molto costosi anche per la difficoltà della vendemmia che si esegue in inverno al gelo.
  • EISWEIN: vini con tasso zuccherino elevato ottenuto con uve GEWURZTRAMINER, PINOT BIANCO e RIESLING RENANO, congelate e raccolte tardivamente (a differenza dei Trockenbeerenauslese sono senza muffa nobile); il ghiaccio disidrata, concentra gli zuccheri e preserva i profumi primari dell'uva. I metodi di raccolta e di vinificazione sono comunque gli stessi dei vini tedeschi.

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      I costi di questi vini sono nettamente inferiori ma anche l'ampiezza organolettica risulta decisamente minore. Tutta la produzione austriaca è concentrata nella parte orientale intorno alla città di Vienna, perché il resto del territorio è troppo montuoso e la vite fa fatica a fruttificare.
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UNGHERIA
      Il TOKAJI ungherese, definito da Luigi XIV «il Vino dei Re, il Re dei Vini» è un vino molto importante che rende famosa l'Ungheria enologica nel mondo. In questo paese c'è una notevole tradizione vinicola e si producono dei vini bianchi e rossi di buon pregio, ma sono vini che stentano ancora a conquistare i mercati.

       Benché ci siano molte differenze tra il TOKAJI ungherese ed il Tocai Friulano (si scrive diversamente, e poi uno è un vino e l'altro un vitigno), l'UE ha disposto che dal 2007 il vino italiano non potrà più utilizzare l'attuale appellativo.

       Il Tokaji può variare da secco a molto dolce, quasi pastoso, tanto può essere il suo residuo zuccherino, perché il vitigno base FURMINT se vendemmiato tardivamente può dare concentrazioni zuccherine elevate nei suoi grappoli, che si chiamano aszù. Ancora più importante è l'azione della botrytis cinerea, che si sviluppa grazie all'estate calda combinata con l'umidità dei fiumi e delle correnti dell'area dei Carpazi.

       Sulle bottiglie di Tokaji, oltre alla tradizionale fascetta con il tricolore orizzontale ungherese, si trova la dizione PUTTONYÓS, che sta ad indicare un contenitore di uva appassita da circa 25 kg, simile ad una gerla, accompagnata da un numero da 2 a 6, cioè il numero di ceste che vengono aggiunte ad un tino di 140 kg totali (questi tini si chiamano "gônci") contenente mosto normale. I vini più importanti sono quelli «Aszù» che normalmente hanno un elevato numero di puttonyos, da 2 a 6 fino al TOKAJI ESSENCIA (8 puttonyos) che contiene solo uve botritizzate e arriva in alcuni casi a 400g/litro di residuo zuccherino. Ad ogni modo il FURMINT ha anche come sua peculiarità un'acidità fissa elevata, per cui il vino risulta ugualmente bevibile riequilibrando la morbidezza degli zuccheri.
      Il Tokaji Szamorodni, che significa "così come viene", è invece un vino base prodotto senza l'aggiunta di uve aszù, cioé non attaccate dalla botrytis cinerea. Può variare da dolce (édes) a secco (száras).
GRADO ZUCCHERINO DEL TOKAJI
[dati gentilmente forniti da Andrea Lisi]
DENOMINAZIONE RESIDUO BOTTE
Szaras 0-4 g/l 2 anni
Edes 20-50 g/l 2 anni
Aszù 2 puttonyos 50-60 g/l 4 anni
Aszù 3 puttonyos 60-90 g/l 5 anni
Aszù 4 puttonyos 90-120 g/ 6 anni
Aszù 5 puttonyos 120-150 g/l 7 anni
Aszù 6 puttonyos 150-180 g/l 8 anni
Aszù 8 puttonyos
Essencia
180-240 g/l 10 anni
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